Sono oltre 100mila gli edifici residenziali in pessimo stato L’apertura di piccoli cantieri darebbe possibilità di lavoro
RI. L’edilizia, in crisi come non mai, può essere salvata dalla riqualificazione del patrimomio immobiliare. È questa la convinzione della Cna, che ha rimarcato come, in Sardegna, su 465mila edifici residenziali, 160 mila sono stati costruiti prima del 1960 e oltre centomila sono oggi in pessimo stato di conservazione.
«L’unica strada per rimettere in moto l’edilizia – ha detto il segretario regionale di Cna, Francesco Porcu – è il rilancio delle politiche urbane in chiave ecosostenibile, con incentivi destinati a sostenere i lavori di ristrutturazione edilizia». Lavori che invece, visto lo stato di crisi, le famiglie non possono sostenere. Serve una scossa: il 45 per cento delle famiglie sarde – è il dato rilevato proprio dalla Cna – ritiene che un edificio «vada rigenerato» almeno ogni vent’anni, ma alla fine è minima la percentuale di chi nell’isola ha ristrutturato la casa negli ultimi cinque anni. Eppure, lo stato del patrimonio edilizio residenziale è in uno stato di conservazione mediocre.
«Sono almeno 106 mila gli edifici a rischio», ha detto il presidente di Cna costruzioni, Mauro Zanda . Nel dettaglio, il 19,3 per cento è in uno «stato mediocre» e 2 su 100 sono in «pessime condizioni». Questo perché, in Sardegna, un quinto degli edifici è stato costruito prima della Seconda guerra mondiale e perché ormai il boom dell’edilizia è un ricordo che risale agli Anni Novanta, col 76 per cento degli attuali edifici costruiti proprio in quel periodo. Insomma, è un patrimonio vecchio e spesso anche «tenuto male».
La riprova è che oltre il 44 per cento delle costruzioni risalenti ai primi Anni Settanta ha oggi necessità di manutenzioni straordinarie. «È evidente – sono state le parole di Francesco Porcu – la necessità di riconvertire un settore ormai maturo e dequalificato. Ma per uscire dallo stallo, è indispensabile l’intervento della mano pubblica attraverso piani d’investimento, norme che premiano le ristrutturazioni con incentivi a favore delle famiglie».
Sono queste le iniziative, secondo la Cna, necessarie per rilanciare l’edilizia in Sardegna: «Con l’apertura di questi piccoli cantieri – ha detto Mauro Zanda – la ripresa sarebbe immediata, con la possibilità anche di un rilancio dell’occupazione». È inutile, secondo la Confederazione, puntare ancora sul nuovo: il calo delle compravendite è ormai un dato acquisito e anche nel 2013 il mercato resterà fermo.
«Lo slogan – ha scritto la Cna – dovrebbe essere quello di “rimettere a nuovo il vecchio” soprattutto nelle città». La riqualificazione più volte indicata nelle politiche urbane di sviluppo, ma poi inattuata. Per la Cna è arrivato il momento di sostenere le famiglie nella conservazione del patrimonio immobiliare e c’è un dato della ricerca che conferma la necessità degli incentivi: «L’87 per cento dei proprietari non ha intenzione di cambiare casa nonostante le condizioni fatiscenti». (ua)
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